A volte nelle applicazioni, serve produrre dei codici univoci da utilizzare come chiavi, ad esempio, per il recupero dei dati salvati. Esiste un meccanismo, universalmente conosciuto come UUID, che svolge molto bene questo ruolo ed è stato formalizzato con il documento RFC4122.
Il formato della chiave prodotta è una sequenza alfanumerica simile alla seguente:
f077c7b0-afd7-11e6-bde0-8ff5534d7f78
E’ utilizzabile in vari linguaggi e anche Node.js dispone di una libreria per farne uso.
La si può installare mediante npm:
> npm install uuid
ed introdurla nel proprio script nel seguente modo:
const uuid = require('uuid');
I codici recuperabili esistono in due varianti:
- v4, quella di default, ottenibile mediante la funzione uuid();
- v1, la versione time-based, richiamabile con uuid.v1().
A titolo di esempio, possiamo farci stampare alcuni identificatori così prodotti all’interno di un ciclo:
for (i=0;i<4;i++) console.log(uuid.v1());
e questo è l’output che ne deriva:
f077c7b0-afd7-11e6-bde0-8ff5534d7f78 f077eec0-afd7-11e6-bde0-8ff5534d7f78 f07815d0-afd7-11e6-bde0-8ff5534d7f78 f07815d1-afd7-11e6-bde0-8ff5534d7f78
Le sequenze prodotte a prima vista potrebbero sembrare identiche ma così non è in quanto la prima porzione è differente in ognuna di esse.
Alla prossima!











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