In questo post presentiamo micro:bit, un microntroller ideato dalla BBC, importantissimo polo di informazione del Regno Unito. Si tratta di un vero e proprio computer che può essere tenuto in una mano, molto economico (parliamo di un costo di circa 20 euro), ma dotato di molte componenti elettroniche. Nel 2016 è stato donato a tutti gli studenti britannici e dal 2017 ne è stata resa possibile la vendita in molte nazioni.
BBC micro:bit è uno strumento didattico, di sperimentazione e divulgazione completo che nonostante si presti perfettamente a progetti elettrici ed elettronici non richiede competenze in questi settori potendo pertanto essere utilizzato come strumento di apprendimento informatico e di avvicinamento alla programmazione. E’ indicato come primo banco di prova per futuri sviluppatori tra i 7 ed i 13 anni ma, in realtà, il limite superiore può essere di gran lunga esteso comprendendo universitari e adulti che vogliano iniziare a scrivere codice per un elaboratore.
Le caratteristiche di micro:bit
Ecco alcune delle sue caratteristiche tecniche:
- Processore Cortex-M0 a 32 bit, la più piccola CPU ideata da ARM;
- RAM 16 KB;
- ROM flash da 256 KB;
- Piedinatura: 25 pin di cui alcuni più grandi per permettere l’aggancio di sensori;
- Connettività a distanza: Bluetooth low energy;
- Sensori: magnetometro e accelerometro;
- Dispositivi di interazione: matrice a led 5X5 per emettere output video e due pulsanti utente denominati A e B;
- Collegamenti JST per la connessione di portabatterie e USB.
Da quanto appare in questo elenco, nonostante le sue dimensioni ridotte, micro:bit presenta un completo set di elaborazione nonchè una connettività ricca che lo rende disponibile all’integrazione in diversi ambiti come dimostrano i progetti riportati nelle pagine della community degli sviluppatori.
Programmare con micro:bit
Questo microntroller può essere programmato in Javascript, Python, C++ ma soprattutto esiste un ottimo ambiente di sperimentazione on line ideato da Microsoft: Microsoft MakeCode. In MakeCode, risalta soprattutto l’utilità dell’editor a blocchi – simile a piattaforme come Scratch – dove i costrutti informatici sono rappresentati da elementi “incastrabili” tra loro a mo’ di costruzioni: il risultato sarà un vero e proprio programma, eseguibile, sperimentabile in un emulatore on line o scaricabile sul microcontroller, automaticamente tradotto in Javascript.
Nei prossimi articoli…
Questo aspetto di “avvicinamento facile” alla programmazione ci interessa molto ed è un’attività altamente formativa e per niente infantile. Sperimenteremo Microsoft MakeCode sulle pagine di questo blog, sperando di stuzzicare la vostra curiosità e di riuscire a dimostrarvene la validità.
A presto!
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